Un racconto di Sara Moscardini
Pianoforte Massimo Salotti
Soprano Alessandra Meozzi
Io leggo Pascoli e mi beo – sono bellissime queste sue espansioni che sanno di verde di rii, di stalle e d’uccelli – vere poetiche espressive manifestazioni del loco montanino e dell’animo semplice e mite e contemplativo del poeta.
Così scriveva Giacomo Puccini quando, convalescente dall’incidente in auto del 1903, trovò il tempo e il modo di sfogliare l’opera del poeta con cui era già da anni in contatto epistolare. Purtroppo possiamo ricostruire solo parzialmente i rapporti tra Pascoli e Puccini; contatti e impressioni emergono comunque nella fitta rete di corrispondenti e conoscenti che accomunarono i due grandi personaggi, in primis l’amico Alfredo Caselli, proprietario del Caffè Carluccio e straordinario protagonista culturale della Lucca a cavallo tra XIX e XX secolo. Pascoli e Puccini sono stati legati da un rapporto di sincera e cordiale conoscenza che però sembra non essersi realizzato completamente, sia alla luce dei numerosi tentativi di collaborazione mai arrivati a concretizzarsi, sia per una differenza di carattere e attitudine che non poteva non influenzare i rapporti personali al di là della reciproca stima professionale. La conferenza si propone di raccontare questo rapporto che, tra lettere e cronache di giornale, ci conduce sulle note della musica e sui versi della poesia a raccontare il lato umano di due grandi artisti della nostra terra e della nostra nazione.